I traumi del peloso

Accogliere in casa un nuovo amico con un passato difficile è un gesto di grande sensibilità e generosità e il peloso, una volta che avrà imparato a fidarsi di noi e a riprendere fiducia anche nel mondo intorno a lui, diventerà un compagno di strada straordinariamente affettuoso, allegro e fedele. Ma, come sa bene chi ha deciso di prendere il quadrupede di casa in un canile invece che in un allevamento, ci possono essere dei momenti difficili. Il peloso può avere reazioni di paura, fuga o aggressività quando meno ce lo aspettiamo, andarsi a nascondere, urinare o persino defecare in presenza di stimoli apparentemente del tutto innocui, con la frustrazione aggiuntiva di vederlo soffrire in situazioni che ci sembrano prive di minaccia o fattori di stress. In ogni caso, queste reazioni sono un tipico comportamento da sindrome da stress post traumatico e vanno affrontate come tali.

Teniamo presente che, per fortuna, i casi reali di veri e propri abusi non sono molto frequenti e che spesso i traumi hanno origini meno drammatiche, come una carenza di socializzazione o semplice trascuratezza. Comunque, è bene affrontare questi comportamenti con pazienza e affetto, lavorando insieme al nostro amico per disinnescare la reazione di ansia o panico a un certo stimolo. In questo percorso terapeutico potremo farci affiancare da un bravo addestratore, ma il nostro ruolo è fondamentale. I pelosi guariscono dai traumi esattamente come gli umani: si tratta di presentare lo stimolo a cui reagiscono negativamente, all’inizio in forma molto attenuata, associandolo gradualmente a qualcosa di piacevole: coccole, premi e complimenti. Altrettanto fondamentale è creare condizioni di benessere e sicurezza per il nostro amico; ecco alcuni consigli per gestire al meglio questo tipo di situazione:

  • Decide lui: non importa se gli stimoli che innescano reazioni di ansia o panico nel nostro amico ci sembrano innocui, quello che conta è che per lui sono destabilizzanti. Impariamo a riconoscere i suoi segni di disagio e agiamo di conseguenza alle prime manifestazioni, per disinnescare subito l’esperienza traumatica;
  • Creiamo una zona sicura, dove il peloso si senta sempre al riparo. La sua cuccia, una coperta o un materassino, in cui viene coccolato e vezzeggiato; anche se vi si rifugia dopo aver combinato un guaio, non rimproveriamolo mai quando è nella sua area protetta, anzi, cerchiamo, se possibile, di realizzarne più d’una. In questo modo, avrà sempre la sicurezza di un rifugio di emergenza, che ridurrà l’intensità delle sue paure;
  • Diamogli delle scelte: cerchiamo di creare opportunità di libertà per il nostro amico, lasciandolo libero di decidere cosa fare il più possibile. Evitiamo eccessive costrizioni di orari, percorsi e luoghi, premiandolo quando fa la scelta giusta invece di costringerlo a farla: in questo modo, si riduce il livello complessivo di stress;
  • Cerchiamo di finire sempre in bellezza: ogni volta che il nostro amico affronta un’esperienza che lo mette in tensione, facciamo il possibile per chiuderla con qualcosa di piacevole, un premio o una coccola in più. Così, lo stimolo piacevole si sostituirà gradualmente a quello spiacevole;
  • Infine, ricordiamoci sempre che il nostro amico non è il suo trauma: per quanto sia importante aiutarlo a recuperare, non pensiamo sempre e solo a lui a partire da questa difficoltà, ma teniamo presente anche tutto il resto delle sue caratteristiche, quello che gli piace e i gesti quotidiani della sua affettuosa normalità. Non concentrarci troppo sul trauma e sviluppare una relazione sana e distesa fa il suo bene, e anche il nostro!

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