L’addestramento del cane è un argomento molto sentito negli ultimi anni anche grazie a famosi programmi televisivi che ci mostrano come “insegnare” al quattro zampe a tenere un comportamento educato e rispettare il detentore.
Anche in questo campo, tuttavia, non mancano orientamenti e scuole di pensiero contrastanti sull’utilizzo di determinati metodi.
Per fortuna, il così detto “metodo gentile” pare prendere piede nel nostro paese, utilizzando tecniche e mezzi, appunto, non coercitivi e\o aggressivi nei confronti dei cani.
Ciò nonostante, se ci rechiamo presso negozi specializzati in articoli per cani o facciamo una ricerca on line, abbiamo la possibilità di trovare e, aimè, acquistare il collare “elettrico” e cioè un collare che invia scosse di varia intensità e durata al collo di un cane o, a seconda di dove viene applicato, in altre parti sul corpo, tramite sonde in metallo che premono sulla cute.
Già la descrizione non è delle più invitanti, eppure questo strumento non è considerato contro la legge nel nostro paese e, pertanto, vendibile.
Tempo fa il Ministero della Salute aveva emesso un’ordinanza avente ad oggetto il divieto di vendita e utilizzo del collare elettrico, ma tale dispositivo normativo è stato impugnato ed annullato a seguito di ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale da parte di produttori interessati.
Pertanto, per il momento, l’orientamento del giudice amministrativo è quello di ritenere legittima la produzione, vendita ed utilizzo del collare elettrico ma non è così in campo penale.
Di recente, infatti, la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato previsto dall’art. 727, comma II, del Codice Penale, disposta dal giudice per le indagini preliminari di Rovereto, nei confronti di un uomo perchè deteneva un cane in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze, utilizzando un collare elettrico al fine di reprimere comportamenti molesti.
Il povero cane era stato rinvenuto vacante, sulla pubblica via, incustodito e con addosso il dispositivo del collare elettrico.
E’ bene specificare che il reato di “detenzione incompatibile” di un animale, previsto dall’articolo del codice penale suindicato, è da considerare come una forma di maltrattamento più “lieve”, ma pur sempre punibile con la pena dell’arresto fino ad un anno o dell’ammenda che può arrivare fino a 10.000 euro.
I giudici hanno confermato la condanna emessa dal Gip di Rovereto, sulla base della relazione eseguita dal veterinario che aveva visitato l’animale dopo il suo rinvenimento, rilevando altresì che non sussisteva alcuna ragione che imponesse l’uso di un dispositivo come il collare elettrico, “ritenuto uno strumento invasivo e doloroso nonchè contrario alla natura del cane”.
Ma la Corte di Cassazione non è nuova a tale orientamento, poiché già in passato aveva qualificato l’utilizzo del collare elettrico come atto penalmente rilevante, ritenendo colpevole di maltrattamento di animale, secondo la formulazione più grave prevista dall’art. 544 bis del Codice Penale, una donna per aver “abusato” dell’utilizzo di questo mezzo coercitivo e incrudelito senza necessità nei confronti del proprio cane.
L’addestramento, in questo caso, è stato considerato come maltrattamento.
Insomma, per fortuna, il giudice penale conferma la sussistenza di un illecito penale e, come disposto nella sentenza suindicata, condanna, l’utilizzo del collare elettrico in quanto “Trattasi in sostanza di un addestramento basato esclusivamente sul dolore, lieve o forte che sia, e che incide sull’integrità psicofisica del cane poichè la somministrazione di scariche elettriche per condizionarne i riflessi ed indurlo tramite stimoli dolorosi ai comportamenti desiderati produce effetti collaterali quali paura, ansia, depressione ed anche aggressività.”
Come trattato nell’ultimo aggiornamento di questa rubrica, l’Ordinanza del Ministero della Salute “concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani“ in vigore dal mese di settembre, prevede, tra le disposizioni anche il divieto di addestrare e selezionare cani con il fine di esaltarne l’aggressività.
Purtroppo la disposizione è alquanto generica ma, tuttavia, grazie al favorevole orientamento penale giurisprudenziale prevalente e, mediante una documentata relazione da parte di un comportamentalista veterinario, è possibile “colpire” l’utilizzo illecito del collare elettrico.
Si consiglia, pertanto, qualora dovessimo essere testimoni o a conoscenza dell’utilizzo indiscriminato di questo strumento, a reperire il maggior numero di informazioni possibile e segnalare il caso all’autorità competente per effettuare indagini come, per esempio, le guardie eco-zoofile.
Per il resto, ci auguriamo che la questione sia sottoposta nuovamente al vaglio del legislatore e che sia emessa una legge nazionale che vieti, definitivamente, l’utilizzo del collare elettrico sui cani e\o qualsiasi animale.