Da alcuni anni è esplosa la moda (specialmente tra le star e i vip) dei cosiddetti “dog toy”, cioè “cani giocattolo”: vere e proprie miniature viventi di cani di taglia piccola (volpini, chihuahua, maltesi ecc.).
Questi piccoli animali, a un primo impatto, possono sembrare meravigliose creature molto particolari – oltre a essere senza dubbio facili da gestire e trasportare.
Ci sono però degli aspetti che hanno reso decisamente controversa l’esistenza stessa di una categoria come quella dei cani toy.
• Si tratta di una vera razza?
Innanzitutto è importante specificare questo: i cani toy non costituiscono una razza, e allo stesso modo sono praticamente inesistenti le razze che prevedono una “versione toy”.
Gli unici cani ad essere riconosciuti ufficialmente dalla scienza come tali sono il Russian Toy (un cane minuscolo, tra i 20 e i 28 cm e dal peso di massimo 3 chili) e il Barboncino Toy – quest’ultimo è l’unico cane ad avere una vera taglia “toy”.
Dunque tutti gli altri cani toy che si possono incontrare rappresentano, in realtà, una sorta di forzatura genetica: creature che, nella migliore delle ipotesi, sono state “create” appositamente per ottenere una conformazione simile.
In molti casi, però, la realtà è ancora peggiore: si tratta quasi sempre di animali affetti da malattie.
• Come possono essere così piccoli?
I cani toy sono dunque, nella maggior parte dei casi, animali con particolari patologie che vanno a inficiare la normale crescita. Si tratta di cani di taglia piccola ma cresciuti in modo irregolare: questo comporta malattie come l’idrocefalia e problematiche di vario genere alle ossa, alle zampe e alla colonna vertebrale.
La credenza che possa trattarsi di animali che “normalmente” sono così spinge molti proprietari a sottovalutare o addirittura ignorare del tutto le problematiche fisiche di cui questi animali soffrono.
Si tratta invece di creature che devono assolutamente essere ricoperte di attenzioni mediche e cautele quotidiane.
• La moda controversa
Se si è a conoscenza della vera natura dei cani toy è lecito dunque storcere il naso quando ne si scorge uno sbucare dalla borsa di una qualche ricca star hollywoodiana o qualcosa di simile.
Non si può nemmeno ignorare la tendenza sempre più diffusa di vendere questi cani a peso d’oro: chi ama gli animali non può accettare di buon grado l’esistenza di una compravendita redditizia sulla pelle di creature fondamentalmente malate.
Lo stesso aggettivo “toy”, giustamente, non piace agli amanti dei cani: gli animali non sono giocattoli, ma compagni di vita che meritano cure, attenzioni e amore costante.