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Per chi, come noi Pet Lovers, ama i cani, sembra impossibile che qualcuno possa non condividere questa affezione.
Sono gioiosi, affettuosi, intelligenti, mansueti, talvolta orgogliosi, ma sempre devoti e risoluti. In una parola, i cani sono creature nobili e buone.
Eppure, alcune persone hanno una vera e propria fobia.
Non si tratta di semplice disinteresse e nemmeno di avversione, ma di un vero e proprio disturbo psicologico, che può causare ansia e persino attacchi di panico anche alla vista del cucciolo più innocuo.
Fortunatamente, però, la cinofobia – così si chiama questa paura irrazionale dei cani – può essere sconfitta.
Come?
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Che cos’è la cinofobia?
Il termine “cinofobia” deriva dall’unione delle parole greche chiùon, cane, e phobos, paura, e indica, appunto, la paura dei cani.
Chi ne soffre viene colto da una forte ansia, eccessiva e irrazionale, ogni volta che si trova in prossimità di un peloso.
Questo senso di disagio è spesso innescato dall’idea che il cane possa mordere o, più in generale, dimostrare aggressività.
Talvolta però, nei casi più gravi, basta una foto o un semplice pensiero a scatenare terrore.
Si tratta di una paura istintiva, estrema e sproporzionata, per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia.
Chi ne soffre lo sa, ma, purtroppo, non è in grado di controllarla.
Ciò la rende altamente debilitante, soprattutto per due motivi.
Prima di tutto, per il numero sempre più elevato di cani oggi in circolazione nelle nostre città.
Inoltre, nonostante rientri tra le fobie animali più diffuse, c’è una scarsa conoscenza di questo disturbo, in particolare da parte dei proprietari di cani, che spesso tendono a minimizzare.
Le cause della cinofobia
Individuare le cause che scatenano la paura dei cani non è sempre facile.
Secondo l’interpretazione psicoanalitica freudiana, la paura dei cani è un modo per trasferire su un oggetto esterno un conflitto che, in realtà, ha origini interne.
Una sorta di tecnica difensiva messa in atto dalla coscienza, che in questo modo rimuove il pensiero sgradito.
Oggi, le teorie più accreditate sostengono che la cinofobia possa essere il risultato di diversi fattori:
- L’esperienza personale diretta
Il soggetto ha già vissuto, in passato, una situazione traumatica o di pericolo, che lo ha portato a sviluppare la pausa nei confronti dei cani.
- L’esperienza osservativa
In questo caso, il soggetto ha assistito in prima persona ad un’aggressione, rimanendone traumatizzato.
- L’esperienza informativa
Il soggetto non è mai stato testimone diretto di un attacco, né l’ha mai subito in prima persona. Tuttavia, ha ricevuto un’educazione e un’istruzione – attraverso parenti e genitori, oppure veicolata da libri, film o documentari -, che l’hanno spinto a sviluppare timore verso i cani.
- Origini culturali
Non in tutto il mondo i cani sono amati come da noi e, anzi, in altre parti del mondo possono essere temuti o persino disprezzati.
- Fattori biologici
La paura dei cani potrebbe anche essere il residuo evolutivo di un meccanismo di difesa, che porta a temere situazioni potenzialmente pericolose.
Come superare la paura dei cani?
Fortunatamente, superare la cinofobia è relativamente semplice.
Il segreto è affidarsi alle cure di uno specialista del settore: uno psicologo che aiuti a comprendere, gestire e superare questa paura.
L’approccio terapeutico scientificamente più accreditato, che garantisce i risultati migliori, è quello cognitivo-comportamentale.
La terapia comportamentale cognitiva ha infatti sviluppato una tecnica molto efficace per il trattamento delle fobie.
Si tratta della Exposure and Response Prevention, o ERP, in italiano “esposizione e prevenzione della risposta”.
Come dice il nome stesso, questa tecnica consiste nell’esporre gradualmente il soggetto a ciò di cui ha paura.
Ciò avviene in contesti tranquilli e con un sostegno psicologico immediatamente disponibile.
In questo modo, è possibile separare lo stimolo, ovvero l’oggetto della fobia, dalla risposta, ossia la reazione di stress, ansia o panico.
Di fatto, non si tratta di “curare” la fobia, ma di gestirla, permettendo a chi la subisce di vivere normalmente.
Tipicamente, si procede in modo molto graduale, partendo dalle situazioni che il paziente sente meno minacciose, ma che comunque lo mettono a disagio.
Può trattarsi anche solo di vedere un filmato con cani che giocano, notare del pelo canino sul divano o persino di sentire un amico che parla del suo peloso.
In tutti questi casi, si attua un mix di tecniche di rilassamento e di consapevolezza, per mettere gradualmente la persona a proprio agio.
L’obiettivo finale, come si è detto, non è quello di trasformare un cinofobico in un appassionato di cani. Lo scopo è semplicemente aiutarlo a non percepire più i pelosi come una minaccia, così che possa agire in modo rilassato e tranquillo quando li vede e interagisce con loro.
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