Il tuo amico peloso fa una marachella, e basta un semplice «Cosa hai fatto?» particolarmente arrabbiato: il suo sguardo si fa colpevole, in modo così tanto dolce da stringerti il cuore… e perdonargli di tutto!
Ma attenzione: quello sguardo è davvero il sintomo di un “senso di colpa”?
Per capirlo ci viene in aiuto la scienza.
- L’Università di Cambridge fa chiarezza
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha pubblicato nel 2015 i risultati di un approfondito studio incentrato proprio sul “guilty look”, cioè lo “sguardo colpevole” dei cani. I risultati sono chiari e sfatano alcuni miti.
Innanzitutto: il cane non può comprendere cosa è giusto o sbagliato. I nostri amici infatti scelgono di comportarsi in determinati modi basandosi sulle reazioni del padrone. Minacciarlo, urlargli contro rabbiosamente non causerà un senso di colpa: ma paura, un senso di timore verso qualcosa che potrebbe succedere.
I cani sono molto sensibili ai cambi di atteggiamento dei padroni nei loro confronti. Se imparano a non compiere più una determinata azione non è quindi perché hanno capito di aver sbagliato in precedenza, ma per l’associazione di un determinato gesto a una reazione negativa del padrone.
- Sgridare… o non sgridare?
Sgridare il cane è allora il modo migliore per educarlo?
Certo che no!
Quello sguardo colpevole che fa quando lo sgridi è uno sguardo di paura: il tuo cane non sta davvero imparando un comportamento, sta solamente associando un’azione alla paura.
Stabilire scientificamente che i cani non provano sensi di colpa ma paura verso le reazioni del padrone è assolutamente importante. Questo infatti ci permette di capire una volta per tutte che il metodo del rinforzo positivo è l’unico realmente valido per l’educazione del cane.
Sgridarlo, minacciarlo, urlargli contro non determinerà nel tuo amico le stesse emozioni che possono avvenire in un umano: non potrà elaborare il tuo rimprovero, non potrà ribattere o reagire… sarà soltanto spaventato. Un cane che vive così non è un cane educato, ma una creaturaterrorizzata dal proprio padrone: questo tipo di atteggiamento deve essere evitato a tutti i costi.
- L’inutilità delle punizioni
Il cane deve dunque percepire il tuo disappunto: gli basta poco, non ha bisogno di essere punito o sgridato pesantemente. Una tua reazione differente dal solito (niente coccole, niente premi, niente tono di voce “buono”) è per lui già un grande segnale per associare l’azione compiuta a qualcosa di non piacevole.
Quindi, se torni a casa e troverai il giornale stracciato dal tuo amico: niente urla, niente minacce (e ovviamente mai botte, assolutamente, per nessun motivo!). Un semplice tono di rimprovero, nessuna carezza… e lui capirà: ma non far passare troppo tempo prima di una dose di coccole extra!